Come affrontare i pensieri negativi
Per gestire la frequenza dei pensieri negativi e ridurre l’impatto che possono avere sulla vostra vita sono necessarie due fasi.
In primo luogo, è necessario riconoscere tempestivamente la manifestazione del pensiero negativo. I pensieri sgradevoli involontari spesso accompagnano uno stato mentale instabile. Alcune persone li hanno da anni e diventano così abituali che può volerci del tempo per imparare a notarli. Non appena iniziate a pensare a una situazione, prestate attenzione ai vostri pensieri. I pensieri negativi possono essere del tipo: “Non supererò questo colloquio di lavoro”, “Non riuscirò mai a perdere peso”, “Non importa a nessuno di me”.
Il passo successivo consiste nell’esaminare il corso dei pensieri che sorgono automaticamente. Potreste notare che questi giudizi si riducono a una formula “tutto o niente”. Invece di lasciare che controllino le vostre emozioni, chiedetevi quanto i vostri pensieri siano veri e utili. Se non vi aiutano in alcun modo, è il momento di spostare l’attenzione e riallineare i vostri schemi di pensiero.
Il primo impulso potrebbe essere quello di forzarsi a fare pensieri positivi. Ma per gestire il pensiero negativo, è necessario impegnarsi a trasformare i pensieri, non a sostituirli. È necessario cambiare il modo di reagire e controllare l’impatto che i pensieri spiacevoli hanno sulla vostra vita.
Come riconfigurare il pensiero negativo
Prendere le distanze dai pensieri
Iniziate a vederli come soggettivi. Ad esempio, potreste dire ad alta voce o a voi stessi: “Ho il pensiero che non sto facendo un buon lavoro” o “Ho il pensiero che sono solo”. In questo modo, vi distaccherete dal critico interiore che vi spinge a scambiare i pensieri distorti per veri. Inoltre, questa pratica vi permetterà di osservare semplicemente i vostri pensieri senza interagire attivamente con essi.
Iniziare un diario dei pensieri
Annotate la data, l’ora, l’evento che ha scatenato l’emozione e il pensiero negativo che ne è derivato. Per domare le vostre esperienze, dovete dar loro un nome. Riuscire a dare un nome alle sensazioni e ai pensieri ad esse associati vi aiuterà a tenere traccia del rapporto tra i fattori scatenanti esterni e le convinzioni interne.