Detto questo, anche l’arcangelo Gabriele, interpretato da Jon Hamm, è fantastico. La perdita di memoria di uno dei personaggi più importanti aggiunge un’altra dimensione alla serie: il personaggio si riappropria dell’assurdità della vita umana, il che funge da ulteriore linea comica. Forse non la più originale, ma perfettamente interpretata.
La mancanza di una fonte letteraria è un grosso problema e una difficoltà che, fortunatamente, è stata superata. Che la nuova trama non sia così brillante, ma il fascino di questo universo non si è minimamente affievolito. La seconda stagione di “Good Omens” conserva perfettamente tutto ciò per cui la prima stagione è stata amata, quindi ora non importa per quale motivo Aziraphale e Crowley facciano squadra: l’importante è che abbiano ancora più tempo sullo schermo insieme.